Archivi categoria: Non l’ho detto ma lo ripeto

Leggete Kobane calling, fate i bravi

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Zerocalcare, Kobane Calling

A volte è meglio ignorare

L’ignoranza volontaria era un importante mezzo di sopravvivenza, forse il più importante di tutti.

Jonathan Franzen, Le correzioni

Canzone (triste) che non riesco a smette di ascoltare a ripetizione

“I’ve been here so long, I think that it’s time to move
The winter’s so cold, summer’s over too soon
Let’s pack our bags and settle down where palm trees grow”

E non per niente ci si trova a spalar concime

Credo di avere visto circa 4 minuti di Star Trek in tutta la mia vita, quindi niente tributi o addii strappalacrime da parte mia. Però l’altro giorno, quando è morto Leonard Nimoy, sono capitata sul suo profilo Twitter e ho pensato che il suo ultimo tweet, di qualche giorno prima, fosse allo stesso tempo di una bellezza e di una tristezza strepitose:

A life is like a garden. Perfect moments can be had, but not preserved, except in memory. LLAP

Magari l’aveva scritto lui, magari no. In ogni caso, delle ultime parole di tutto rispetto.

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(Hat tip a Settantotto, che mi ha fatto ricordare che il blog non è solo per le schede dei film, in effetti.)

“Io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia, un po’ di vino, voglia di bestemmiare”

Nata di marzo, nata balzana,
casta che sogna d’ esser puttana,
quando sei dentro vuoi esser fuori
cercando sempre i passati amori
ed hai annullato tutti fuori che te.
Ma io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri,
quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri,
persa a cercar per sempre quello che non c’è.
Io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri,
quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri
persa a cercar per sempre quello che non c’è.
Io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri,
quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri
persa a cercar per sempre quello che non c’è.

E io ad accumulare roba sono bravissima

If he needs a million acres to make him feel rich, seems to me he needs it ‘cause he feels awful poor inside hisself, and if he’s poor in hisself, there ain’t no million acres gonna make him feel rich, an’ maybe he’s disappointed that nothin’ he can do’ll make him feel rich […]. I ain’t tryin’ to preach no sermon, but I never seen nobody that’s busy as a praire dog collectin’ stuff that wasn’t disappointed.

John Steinbeck – The Grapes of Wrath

PS: C’è tutta una storia sulla traduzione di questo libro, che in italiano si chiama “Furore”, perché il linguaggio originale è molto particolare e la traduzione degli anni ’40 non gli rendeva giustizia, oltre a essere stata modificata per via della censura. È stato ritradotto l’anno scorso, che è una cosa piuttosto inusuale. In ogni caso, ora questo passaggio in italiano fa così:

Se gli serve un milione di acri per sentirsi ricco, mi sa che gli serve perché si sente molto povero dentro; e se è povero dentro, non c’è nessun milione di acri che lo può fare sentire ricco, e magari è scontento che niente di quello che fa riesce a farlo sentire ricco… […]. Non è che voglio fare una predica, ma io di uomini che accumulano roba come marmotte n’ho visti tanti, e non n’ho mai visto manco uno contento.

Tanto per rimanere in tema di troppo attaccamento al passato

– Oh honey, you don’t know men very well. Women look back, but men… they just look straight ahead. Disappointment and regret, that’s where we live. But men, they run from it.
– Toward what?
– Well, I guess… toward the best distraction there is: pleasure.

Masters of Sex, S01E04 (pure le serie che sto guardando, ci si mettono)

Noi, cinici e superbi

Canzone per chi, come me e Settantotto, è convinto che invecchierà solo. Sappiate che noi due andremo nella stessa casa di riposo, per farci compagnia e passare il tempo insieme a schernire gli altri vecchietti causa manifesta inferiorità fisica e soprattutto intellettuale. Se volete unirvi siete i benvenuti.

And now I’m hard, too hard to know
I don’t cry when I’m sad anymore, no no
Tears calcify in my tummy
Fears coincide with the tow

How can I ask anyone to love me
When all I do is beg to be left alone?

Malinconoia

Ma senza che gli altri ne sappiano niente
dimmi senza un programma dimmi come ci si sente?
Continuerai ad ammirarti tanto da volerti portare al dito
farai l’amore per amore o per avercelo garantito?

Andrai a vivere con Alice che si fa il whisky distillando fiori
o con un casanova che ti promette di presentarti ai genitori?
O resterai più semplicemente dove un attimo vale un altro
senza chiederti come mai?

Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai?

Se mai lo sapremo.

Dovrebbe bastar questo, dire di uno come si chiama e aspettare il resto della vita per sapere chi è, se mai lo sapremo, poiché essere non significa essere stato, essere stato non significa sarà.

José Saramago, Memoriale del convento