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Irrational Man

Di: Woody Allen

Visto con un ritardo di: meno di un anno!

In: italiano

IMDb

Perché sì:

– L’ho rifatto, sono andata al cinema per capodanno. Trovatemi qualcuno che mi ci porti tutti gli anni perché non voglio mai più passare la mezzanotte dell’ultimo dell’anno fuori da una sala cinematografica.

– La storia alla base del film non è per niente male, il concetto dell’uomo che ha perso la voglia di vivere e affonda in un mare di apatia finché non trova uno scopo nella vita è reso originale dal fatto che questo scopo è sicuramente inaspettato e tutt’altro che banale. Non basta l’amore per la gnocca di turno, non basta la realizzazione lavorativa. Qui l’insoddisfazione è molto più profonda e, di conseguenza, anche per uscirne serve uno stimolo esagerato.

– Senza parlare nel dettaglio di quale sia lo scopo che trova il protagonista, possiamo dire che le questioni etiche che solleva si armonizzano perfettamente con il suo ruolo di professore di filosofia, che qui ci sta come il cacio sui maccheroni anche se personalmente l’ho sempre trovata una materia insulsa (cosa insolita direi, per una che si ammazza di seghe mentali).

– La colonna sonora è fuori dalle mie corde ma azzeccata e davvero piacevole. Accompagna i bei paesaggi sull’oceano in maniera semplicemente perfetta.

Perché no:

– Non sono a priori contro Woody Allen che fa film seri, ma in questo caso ho trovato i dialoghi di un piattume che non mi sarei aspettata. Manca la verve che caratterizza Woody, la vivacità che non deve essere per forza comica ma che con un Allen più in forma rende sicuramente tutto più intenso.

– Non si capisce bene che piega debba prendere la storia. Non è un thriller, non è una storia romantica, non è di fatto niente di specifico. Con dei dialoghi più azzeccati questo problema sarebbe stato assolutamente sorvolabile, ma visto che quelli non mi hanno soddisfatta avrei avuto bisogno di altre motivazioni per farmi assorbire da una storia che invece ho seguito con molto distacco.

– Da anni ormai il mio avatar su Skype è la faccina di una bambolina coi capelli rossi e gli occhioni blu (uniche cose che ci accomunano, e vedere il mio naso vi basterebbe per capire cosa intendo). Dopo aver visto questo film, credo che dovrò cambiare umilmente avatar e passare lo scettro a Emma Stone, per ragioni più che evidenti. Emma, fai pure. Mi consolo col fatto che hai una carnagione da morto vivente pure tu quindi la prossima volta che qualcuno mi rompe le palle in proposito mostrerò direttamente una tua foto.

dittico

Frozen – Il regno di ghiaccio

Titolo originale: Frozen

Di: Chris Buck, Jennifer Lee

Visto con un ritardo di: meno di un anno!

In: italiano

IMDb

Perché sì:

– Non sono una fan della notte di capodanno, e da quando ho scoperto che esiste la possibilità di andare al cinema a cavallo della mezzanotte ignorando completamente il cambio di data, ho sognato di farlo. Ci ho messo un paio d’anni a trovare qualcuno che mi desse retta, ma quest’anno anziché brindare e fare gli auguri stavo godendomi un pupazzo di neve canterino.

– Parliamo di un cartone animato doppiato in italiano e cantato. Poteva essere una strage, invece è stato un successo. Lo ammetto e senza neanche avere una pistola puntata alla testa: il doppiaggio italiano non è per niente male (ok, ok, qualche appunto l’avrei, ma non voglio rovinare l’idillio di questo momento).

– Succedono tante cose, ma non c’è troppa carne al fuoco. C’è ovviamente della suspence, ma non viene calcata troppo la mano. Ci sono lotte e battaglie, ma piuttosto brevi. C’è davvero la giusta dose di tutto, comprese le battute brillanti e divertenti. Io mi riguarderei il dialogo col negoziante nella baita all’infinito.

– Il mondo fatato e magico delle principesse, in cui da una parte c’è il principe superfigo e senza macchia che si innamora eternamente al primo sguardo, e dall’altra un cattivo malefico contro cui tutti gli sforzi dei buoni si concentrano, qui scompare per lasciare spazio a mille sfumature intermedie. Questa cosa è bellissima e rende tutti i personaggi molto più umani di quelli a cui eravamo abituati.

Perché no:

– Ok lo ammetto, avrei fatto a meno di un paio di canzoni. Ma tenendo presente la mia intolleranza da questo punto di vista, poteva andare molto peggio.