Credo di avere visto circa 4 minuti di Star Trek in tutta la mia vita, quindi niente tributi o addii strappalacrime da parte mia. Però l’altro giorno, quando è morto Leonard Nimoy, sono capitata sul suo profilo Twitter e ho pensato che il suo ultimo tweet, di qualche giorno prima, fosse allo stesso tempo di una bellezza e di una tristezza strepitose:
A life is like a garden. Perfect moments can be had, but not preserved, except in memory. LLAP
Magari l’aveva scritto lui, magari no. In ogni caso, delle ultime parole di tutto rispetto.
(Hat tip a Settantotto, che mi ha fatto ricordare che il blog non è solo per le schede dei film, in effetti.)
Con mostruoso ritardo, vi presento la mia visione di Porto e alcune cittadine nei dintorni. Le ultime due foto dimostrano quanto prendersi secchiate di pioggia in vacanza a volte possa anche avere dei lati positivi.
– La prova che non si deve dare per forza retta alle recensioni (scritte o verbali): me lo avevano sconsigliato tutti, invece ho fatto bene a fidarmi dell’unico parere positivo, venuto evidentemente dalla persona giusta.
– Il film visivamente è bello di una bellezza ovvia, forse poco innovativa. Ma pur sempre di bellezza si tratta, quindi io mi sono comunque fatta rapire e trasportare senza opporre resistenza.
– Ben Stiller fa la persona seria, ma per fortuna non fino in fondo. Evidentemente non ha resistito al richiamo del suo essere un minchione e ha infarcito i dialoghi di battutine nel suo stile, che ho apprezzato molto. Perché se un uomo è un minchione, per me ha già vinto.
– La fotografia è grande protagonista sia esplicitamente, come parte integrante della storia, che implicitamente (si fa per dire), con delle inquadrature spettacolari e di una bellezza di cui al punto 2. E anche qui Ben mi ha guadagnato tanti punti.
Perché no:
– La parte della storia d’amore è un po’ tonta. Parecchio tonta, anzi. Tutte queste cose in comune che vengono fuori per caso in tre conversazioni risicate e combaciano alla perfezione… mi pareva di stare nella canzone di Silvestri: “maddai, abbiamo due braccia due mani due gambe due piedi due orecchie ed un solo cervello”! Il livello è un po’ quello, insomma.
– Ok lo ammetto, anche il resto della storia mi ha lasciato un po’ perplessa qua e là. Non quanto la storia d’amore dai dialoghi rimbambiti, ma quanto basta. In fondo era tutto fin troppo forzatamente ritagliato su misura e incastrato alla perfezione per creare la massima opposizione possibile tra uomo triste e represso e uomo senza paura che “vive davvero”. Il che può anche essere un messaggio sacrosanto, però a me son sempre piaciute le vie di mezzo.
Non ho ancora visto Il capitale umano, ma essendo mio malgrado nata e cresciuta in Brianza ho intenzione di farlo.
E non pensate che io sia interessata alla discussione che ne è scaturita, anche perché, come chi mi conosce sa bene, non sono certo una che difende queste zone a spada tratta. Anzi. Mi interessa vedere un film ambientato dalle mie parti, tutto lì.
Detto questo, io dalla finestra stasera vedo questo, poi fate voi.
Stanley, Stanleyuccio, non è che saresti stato capace anche di rassettare e ordinare al millimetro i pensieri nello stesso modo in cui facevi con le immagini? Perché mi avrebbe fatto comodo sapere come inculcare un po’ di rigorosa geometria nella capoccia (al momento lì dentro è tutto sparso alla rinfusa, col risultato che inciampo continuamente). In caso tu abbia suggerimenti, un’apparizione in sogno o simili andrà più che bene.
PS: Questo video è di una bellezza ipnotica, e lo guarderei in loop per ore.