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Venere in pelliccia

Titolo originale: La Vénus à la fourrure

Di: Roman Polanski

Visto con un ritardo di: 2 anni

In: italiano

IMDb

Perché sì:

– Evidentemente io e il regista siamo entrambi grandi fan dei film “teatrali”, con pochi attori e un unico scenario. Bravo Roman, ti stimo.

– La confusione tra i personaggi del film (un’attrice e l’autore dell’adattamento teatrale) e quelli dell’opera che devono mettere in scena va via via aumentando, ma le modalità con cui si passa da un mondo all’altro sono intelligenti e ottengono ottimi risultati. Ossia: se sono riuscita io a tenere il filo della cosa, può farcela chiunque.

– L’analisi esplicita che viene fatta del testo da recitare, discusso e sviscerato nei dialoghi, è quella che in buona parte dei film che vedo mi servirebbe per capire tutto quello che va oltre il “mi piace” o il “non mi piace”, cosa che di solito non mi viene facilissima.

Perché no:

– Ammetto che, nonostante il genere mi piaccia molto, questo film mi è piaciuto molto meno di altri. Forse il motivo è semplicemente che il tema non è certo dei più approcciabili e il livello di pretese intellettuali sfiora veramente il fastidioso.

– Nonostante le analisi e le interpretazioni del testo che vengono fatte dagli attori, non sono del tutto sicura di aver capito il messaggio e il senso della cosa. Né sono sicura di avere capito il finale. Come credi che mi faccia sentire questa cosa Roman, eh? Eh? La prossima volta ti toccherà farmi dei disegnini, probabilmente.

Carnage

Di: Roman Polanski

Visto con un ritardo di: 0 anni (fuck yeah)

In: italiano

IMDb

Perché sì:

– Da quando ho visto The Big Kahuna ho il mito dei film che hanno come scenario uno spazio particolarmente ristretto, sono interpretati da un numero limitatissimo di attori, sono unicamente basati sui dialoghi, e non mi fanno venire voglia di strapparmi un braccio per rimanere sveglia.

– 4 personaggi che ritraggono con i loro dialoghi una gamma abbastanza ampia di comportamenti umani, facendo venire a galla imperfezioni, manie di grandezza, senso di superiorità, egoismo, e chi più ne ha più ne metta. Sentimenti e comportamenti all’ordine del giorno, ma solitamente velati e riparati dalle imposizioni sociali. Praticamente una seduta di psicoterapia d’urto.

– Proprio quando ti trovi a pensare che uno dei protagonisti dice cose sensate e facilmente approvabili, questo diventa insopportabile e sostiene idee per cui vorresti prenderlo a schiaffi; a rotazione questo succede con tutti e 4. Le alleanze tra loro, infatti, cambiano in continuazione col passare dei minuti. Morale della favola: basiamo i nostri giudizi su una piccola quantità di cose di cui siamo a conoscenza, quelle che una persona lascia trasparire in un determinato contesto, quando invece ognuno ha mille sfaccettature, anche poco conciliabili tra loro.

Perché no:

– In effetti è poco credibile che 4 nevrotici che non vanno d’accordo tirino così per le lunghe una discussione senza uscire sbattendo la porta o senza passare alle mani. Ovvio,  farli discutere così a lungo è solo un mezzo per arrivare al fine ultimo, poco conta quanto sia realistisco; rimane comunque il fatto che nella vita reale dopo mezz’ora scorrerebbe già il sangue.

– Una che beve scotch a ripetizione 5 minuti dopo aver vomitato tipo idrante, circondata da persone che praticamente non fanno una piega a riguardo, me la aspetto perennemente in vestaglia in una roulotte nel Tennessee, non vestita di tutto punto in un salotto di New York. Ma magari sono io che sono troppo ottimista.

– In questo caso mi sento di dire che il film andrebbe visto in inglese, se possibile. Ruota talmente tanto intorno all’interpretazione degli attori, che vedendolo in italiano ci si ritrova a chiedersi se in effetti si percepisca appieno la loro bravura.