Titolo originale: En duva satt på en gren och funderade på tillvaron
Di: Roy Andersson
Visto con un ritardo di: 1 anno
In: Italiano
Perché sì:
– Gli ingredienti c’erano tutti: il regista nordico, un titolo geniale, la comicità mischiata alla tristezza. Diciamo che non è andata come speravo.
– Se si riesce a stare svegli per tutto il film, alcune “ironie” sulle conversazioni futili di ogni giorno sono piuttosto azzeccate e ci sono degli spunti interessanti sulla tristezza e la crudeltà della società moderna. Come si suol dire, si prende quel che passa il convento.
Perché no:
– Ironia è una parola grossa, in questo caso enorme. Forse la comicità nordica non è troppo nelle mie corde, ma è evidente che questa voleva essere una commedia amara e io ho riscontrato solo il lato amaro del tutto. Tra uno sbadiglio e l’altro.
– Sembra che la parola più usata per descrivere questo film sia “surreale”. Mi sta benissimo, ma mi sta meno bene che venga usata per far passare per interessante una cosa noiosa, noiosa, e ancora noiosa.
– Ho avuto l’impressione di guardare quei programmi orribili che Italia 1 propina all’ora di cena, con una serie di scenette con interpreti e scenari diversi, montate senza alcun collegamento tra loro. Lo sforzo di far ridere era praticamente lo stesso, così come purtroppo il risultato.