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Lezioni di geometria

Stanley, Stanleyuccio, non è che saresti stato capace anche di rassettare e ordinare al millimetro i pensieri nello stesso modo in cui facevi con le immagini? Perché mi avrebbe fatto comodo sapere come inculcare un po’ di rigorosa geometria nella capoccia (al momento lì dentro è tutto sparso alla rinfusa, col risultato che inciampo continuamente). In caso tu abbia suggerimenti, un’apparizione in sogno o simili andrà più che bene.

PS: Questo video è di una bellezza ipnotica, e lo guarderei in loop per ore.

Evangelion: 3.0 You Can (Not) Redo

Di: Masayuki, Kazuya Tsurumaki, Hideaki Anno, Mahiro Maeda

Visto con un ritardo di: meno di un anno!

In: italiano

IMDb

Perché sì:

– *grilli che friniscono nel silenzio più totale*

Perché no:

– Ovviamente il regista ha voluto cambiare registro rispetto ai due film precedenti, cercando di elevare il tutto a un livello ancora più metafisico e simbolico. Probabilmente quello che frullava nella testa di quel pazzo era un capolavoro visionario degno di Kubrick che passeggia a braccetto con le migliori allucinazioni di Aronofsky, il tutto condito da una vena sfacciatamente drammatica in stile Lars Von Trier. Ecco, probabilmente questo era quello che lui avrebbe voluto. Peccato che il cattivo gusto con cui è stata messa in atto un’operazione così complessa dia come risultato una specie di parodia involontaria di tutte queste componenti, che lascia francamente senza parole sufficienti a commentare la sua cattiva riuscita.

– No, sul serio, vogliamo parlare delle immagini di cavalli bianchi al galoppo mentre il protagonista suona il piano arrossendo per gli sguardi del suo amico ammiccante e seducente? Ne vogliamo parlare? È tutto talmente esasperato e sgradevolmente fuori luogo che l’unica reazione possibile è questa.

2001: odissea nello spazio

Titolo originale:  2001: A Space Odyssey

Di: Stanley Kubrick

(Ri)visto con un ritardo di: 45 anni

In: inglese

IMDb

Perché sì:

– Ora ho capito a cosa si sono ispirati per i silenzi e i battiti cardiaci (nonché la musica classica) dei primi episodi di Alien: alle lunghissime scene in cui non c’è un suono al di fuori del respiro dell’astronauta e ai silenzi prolungati e inquietanti che qui riescono a fare molto più di quanto avrebbero fatto mille rumori o musiche.

– Basta pensare che questo film è del 1968 per capire molto bene perché Kubrick viene considerato un genio: la visione fantascientifica che non fa per niente rimpiangere i film attuali. In più c’è un uso delle geometrie fenomenale, cosa che a me fa sempre andare in brodo di giuggiole.

– La tecnologia, il suo uso, l’evoluzione, il dominio sulle altre specie, bla bla bla. Ci sono 45 anni di analisi su queste cose, non c’è bisogno che le scriva io qui. Però sicuramente ho apprezzato le modalità narrative: il messaggio è allo stesso tempo profondo e chiaro, nonostante venga fatto passare in maniera poco ortodossa.

Perché no:

– Un professore che fa vedere questo film ai suoi alunni delle medie è un genio che tenta di allargare le vedute di menti ancora acerbe o un pazzo che butta via 2 ore e mezza della vita di un’intera classe? Per quanto mi riguarda, a 12 anni di tutto il film mi era rimasto impresso poco più dell’immagine di una scimmia che agita un osso. Probabilmente ci sono molti altri film intelligenti e stimolanti da far vedere a dei brufoli ambulanti, con qualche risultato in più.

– È vero, poco sopra ho scritto che il messaggio è facile e comprensibile, però devo fare una postilla: lo è fino a circa tre quarti del film. Poi inizia il trip di laser colorati in stile Gardaland e da lì tutto per me diventa più criptico, nonché un po’ palloso. Non mi fraintendete, la camera da letto futuristica arredata alla Luigi XIV con in mezzo una navicella spaziale è qualcosa che al Salone del Mobile si possono solo sognare, ma devo ammettere che, interior design a parte, ero un po’ perplessa.

– ***Qui c’è uno spoiler, se leggete poi non rompete le palle, io vi ho avvisati*** HAL ha il controllo delle capsule, giusto? Evidentemente sì, visto che uccide il primo astronauta giocandoci a pallavolo con i braccini meccanici. C’è una cosa che non mi è chiara, allora: perché permette al protagonista di rientrare, e non usa la capsula contro di lui? Mi sembra che si faccia fregare un po’ troppo facilmente, per essere uno dall’intelligenza veramente perfida e con il controllo su tutte le singole parti dell’astronave.