Archivi tag: Ammore

“Io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia, un po’ di vino, voglia di bestemmiare”

Nata di marzo, nata balzana,
casta che sogna d’ esser puttana,
quando sei dentro vuoi esser fuori
cercando sempre i passati amori
ed hai annullato tutti fuori che te.
Ma io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri,
quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri,
persa a cercar per sempre quello che non c’è.
Io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri,
quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri
persa a cercar per sempre quello che non c’è.
Io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri,
quei quattro stracci in cui hai buttato l’ieri
persa a cercar per sempre quello che non c’è.

Tanto per rimanere in tema di troppo attaccamento al passato

– Oh honey, you don’t know men very well. Women look back, but men… they just look straight ahead. Disappointment and regret, that’s where we live. But men, they run from it.
– Toward what?
– Well, I guess… toward the best distraction there is: pleasure.

Masters of Sex, S01E04 (pure le serie che sto guardando, ci si mettono)

Momento introspettivo #10

Non ho lamentele particolari su questo 2013: è iniziato di merda, sta finendo di merda. Ma in mezzo ci sono state tante cose belle, tante decisioni di cui vado fiera e tanti progressi che ho fatto. Quindi in fondo non mi posso lamentare, appunto, la media è stata piuttosto alta.

Non faccio propositi per il nuovo anno, non li ho mai fatti. I propositi si fanno quando se ne sente il bisogno, indipendentemente dal calendario. Quindi, a prescindere dal fatto che da domani sarà gennaio, c’è qualcosa che nelle ultime settimane ho capito ancora meglio di prima e che so di voler cambiare: sono una persona che vive troppo attaccata al passato. Basta con i paragoni, basta con i pensieri dedicati quasi sempre all’assenza, basta con i rimpianti di quel che avrebbe potuto essere. Basta. Ho una difficoltà a guardare avanti che manco un miope a fari spenti nella notte. Credo per paura, o forse terrore, chissà, fatto sta che troppo spesso c’è qualcosa che mi tiene incollata a quel che ho alle spalle.

Non so se sarò in grado di cambiare. Non sono cose che si decidono a tavolino, me ne rendo conto, ma non vuol dire che non ci si possa provare. E non significa ignorare o cercare di dimenticare il passato, ma imparare a considerarlo per quello che è: qualcosa di finito. Chiuso. Kaputt. Basta.

Buon anno.

Qui non andiamo oltre i 3 giorni, ultimamente

Raptors

Siamo sotto attacco da parte delle cavallette: ci sono state almeno quattro o cinque visite nelle ultime due settimane, e se non spariscono io potrei avere una crisi di nervi, perché non ho un buon rapporto con quelle bestiacce. Credo basti dire che anni fa ho dormito per settimane sul divanoletto in salotto perché ero convinta di sentire una cavalletta in camera mia. True story. In mia difesa, ho poi scoperto che il verso che sentivo era quello delle tarme nel parquet… ma qualcosa c’era, dopotutto. Per fortuna La Coinquilina (ho una coinquilina da un paio di mesi fino a data da destinarsi) ha preso a cuore la mia incolumità e si fa carico di espellere eventuali schifezze salterine. Oltre ad avere questa funzione, la sua presenza è probabilmente servita a far passare i vicini per bene della mia piccola casa di corte di provincia dall’idea che io fossi una signorina di facili costumi (ho un sacco di amici maschi che nelle prime settimane dopo il trasloco sono venuti a trovarmi, uno alla volta) all’idea che siamo una coppia di lesbiche.

Queste sono le uniche distrazioni da ciò che riempie le mie giornate nelle ultime settimane: lavoricchiare e farmi le seghe mentali sul fatto che non so cosa voglio, non so come ottenerlo ed è sempre più evidente che in certi ambiti da una vita lascio che siano gli altri a decidere per me. Il problema è che so benissimo che non sarei in grado di scegliere e decidere da sola, non troverei mai e poi mai una soluzione per me soddisfacente, e  continuerei a rimandare e tergiversare.

Quindi torno a concentrarmi su come barricare la casa per prevenire l’invasione delle bestiacce e sulla fama che mi sto facendo in paese, che è meglio.

Momento introspettivo #8

Io faccio parte di quella schiera di rompicoglioni che devono raccontare i propri sogni a qualcuno per quanto insensati, inutili e decisamente poco interessanti essi siano. Oggi sono a casa in ferie e l’idea è di non vedere nessuno almeno fino all’ora di cena, quindi tocca a voi. E consolatevi, non dovete manco fare la faccia interessata che devono sfoggiare quelli che di solito se li sorbiscono di persona.

Sto cercando di cucinare al microonde una pizza surgelata, cosa apparentemente semplice e banale che invece riesco a rendere un’operazione complicata e frustrante. Sbaglio qualcosa e continuo a togliere questa benedetta pizza dal forno per cercare di sistemarla. Faccio cose come metterla in un piatto da minestra (con risultati abbastanza pietosi), spargo il condimento ovunque, mi tocca togliere roba bruciata dal fondo del forno. Insomma, combino un sacco di pasticci.

Ecco, questi sono stati per me gli ultimi mesi, che si sono conclusi con la giornata di ieri. L’obiettivo era quello di cucinare una bella pizza, una cosa che volevo e che sapevo mi avrebbe soddisfatta e fatta contenta. Invece, nonostante fossi in buona fede, ho sbagliato modi e tempi in parecchie occasioni per mancanza di capacità, per mancanza di esperienza, per mancanza di lucidità o altro, chissà. E nella realtà c’è stato anche lo zampino altrui, non sono certo l’unica cuoca negata in circolazione.

Eppure, per quanto si fosse trasformata in qualcosa di poco riconoscibile, io questa pizza continuavo a volerla e a credere di poterla riportare alla sua forma iniziale, per gustarmela con calma. Ma era tutto più complicato di quanto credessi, e mi dispiace tanto.

Soldi spesi bene

[Arrivo tutta contenta e fresca di taglio e piega]

Io: Ti piacciono?

Turtle: Sembri Paul McCartney.

Immagine

Nel verde degli anni

Quiz a premi: quale delle due aiuole è curata dal Comune, e quale da due anziani del palazzo di fronte che se ne occupano?

Vedere dalla finestra pochi giorni fa i due vecchini che lavoravano insieme a questo angolino verde mi ha intenerita tipo budino.

Datemi un mondo in cui tutti, nonostante tutto, finiremo belli pacifici a fare giardinaggio.

Immagine

A fondue with a view

Non ho scritto niente in occasione del primo compleanno del blog a luglio, però questo è il post numero 200 e ci tenevo a dirlo. Come nel caso del primo giro di boa, tra l’altro, lo scrivo dalla terra del cioccolato e delle macchine ribassate, e in buona compagnia.

Non scrivo su Trasferelli spesso quanto vorrei, per vari motivi, e non pubblicizzo molto in giro l’esistenza di queste pagine, anzi. Quindi ringrazio chi nonostante tutto ogni tanto passa il suo tempo qui, e mi sembra doveroso farlo così.

Quand’è che giochiamo a Trivial Pursuit?

Io: Come Jean Valjean, hai presente?

Turtle: Uhmm…

Io: Quello dei Miserabili.

Turtle: Ah sì, ho capito! Quel romanzo ambientato al sud, giusto?

Io: No, amore, non i Malavoglia. I Miserabili.

Cose da tenere a mente #9

È vero, quando vado a fare un salto dai miei nessuno si formalizza per come sono vestita. Ma mia nipote ha due anni e mezzo, quindi se c’è anche lei la maglietta col clown insanguinato potrebbe non essere una buona idea.

(E il fatto che queste cose me le debba dire Turtle, l’uomo con meno istinto paterno del Pianeta Terra, mi fa pensare.)