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Goemon

Un mese praticamente senza internet nella nuova casa, lavorando in un ufficio dove farsi i fatti propri online in orario di lavoro è praticamente impossibile. Un mese che mi è sembrato lunghissimo.

Però pare che io sia sopravvissuta, ora internet funziona e per di più da domani cambio nuovamente lavoro (se pensate che lo faccia principalmente per potermi fare i fatti miei su internet a qualsiasi ora non avete ragione, ma non avete neanche completamente torto).

In mezzo a una serie di cambiamenti notevoli che ho affrontato e mi preparo ad affrontare è successo che dopo quasi tredici anni il mio cagnone se n’è andato, e come succede sempre in questi casi avrei voluto saperlo prima, per poter passare più tempo a coccolarlo e viziarlo ora che era vecchio e stanco. Quindi, anche se avrei tanto da dire dopo un mese di isolamento, il primo post della connessione funzionante è solo per lui.

Ciao stupidotto, averti vicino mi dava una sicurezza e un’allegria che mi ricorderò sempre. C’è una cosa che non ti ho mai detto, anche se sotto sotto magari l’avevi capita da solo: sei stato uno dei pochi veri punti di contatto tra me e mio padre, almeno da quando io sono adulta. Con le mille difficoltà che abbiamo a comunicare e a intenderci, abbiamo sempre saputo di volerti entrambi un bene dell’anima e di poter condividere almeno quello. Mi manchi già da morire.

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Ho sonno, ma non solo

In una sola mattina, sono riuscita a infilare le seguenti magie una dietro l’altra:

– aspettare per 5 minuti che il tostapane finisse di fare il suo lavoro, per poi accorgermi di non avere messo il pane (versione caffeine-free del fare il caffè senza l’acqua, direi).

– accorgermi dopo ore di aver indossato dei leggings blu e non neri come pensavo. Abbinati agli stivali neri e al vestito nero e rosso che ho oggi, stanno da dio. Sembro Spiderman con la gonna.

Leggings

Whatsapp per depressi

E: Se non ci sentiamo più, auguri adesso.

Io: Anche a te. Così a mezzanotte non intasiamo le linee alla gente felice.

[Fuori contesto sembra più triste di quanto non lo fosse dopo la chiacchierata che ci eravamo fatti, giuro. E comunque Buon Anno.]

Momento introspettivo #8

Io faccio parte di quella schiera di rompicoglioni che devono raccontare i propri sogni a qualcuno per quanto insensati, inutili e decisamente poco interessanti essi siano. Oggi sono a casa in ferie e l’idea è di non vedere nessuno almeno fino all’ora di cena, quindi tocca a voi. E consolatevi, non dovete manco fare la faccia interessata che devono sfoggiare quelli che di solito se li sorbiscono di persona.

Sto cercando di cucinare al microonde una pizza surgelata, cosa apparentemente semplice e banale che invece riesco a rendere un’operazione complicata e frustrante. Sbaglio qualcosa e continuo a togliere questa benedetta pizza dal forno per cercare di sistemarla. Faccio cose come metterla in un piatto da minestra (con risultati abbastanza pietosi), spargo il condimento ovunque, mi tocca togliere roba bruciata dal fondo del forno. Insomma, combino un sacco di pasticci.

Ecco, questi sono stati per me gli ultimi mesi, che si sono conclusi con la giornata di ieri. L’obiettivo era quello di cucinare una bella pizza, una cosa che volevo e che sapevo mi avrebbe soddisfatta e fatta contenta. Invece, nonostante fossi in buona fede, ho sbagliato modi e tempi in parecchie occasioni per mancanza di capacità, per mancanza di esperienza, per mancanza di lucidità o altro, chissà. E nella realtà c’è stato anche lo zampino altrui, non sono certo l’unica cuoca negata in circolazione.

Eppure, per quanto si fosse trasformata in qualcosa di poco riconoscibile, io questa pizza continuavo a volerla e a credere di poterla riportare alla sua forma iniziale, per gustarmela con calma. Ma era tutto più complicato di quanto credessi, e mi dispiace tanto.